Doppio Orizzonte – AA.VV.


Mostra fotografica Doppio Orizzonte
a cura di Proyecto Intemperie e Progetto Skonfini.

La mostra Doppio Orizzonte verrà inaugurata venerdì 13 Ottobre alle ore 18.30, con le immagini di Adriàn Bosch, Christian Brusadin, Guillermo Javier Corbacho, Elvira Favario, Gustavo Frittegotto, Mario Penovi, Gastone Scarabello e Jorge Wieganmd, a cura di Proyecto Intemperie e Progetto Skofini.

La mostra, aperta al pubblico fino a venerdì 24 novembre, prosegue il ciclo di mostre fotografiche per la promozione dei fotografi locali e non, che sin dalla nascita della galleria ne contraddistingue l’offerta culturale.


La mostra fotografica collettiva Doppio Orizzonte, che unisce i lavori degli autori membri di Progetto Skonfini e Proyecto Intemperie, offre un’opportunità unica per esplorare le affinità e le assonanze tra due pianure: la Padana e la Pampiana, così lontane e diverse geograficamente, ma così vicine nel paesaggio e nel valore per i propri abitanti. Entrambi i progetti affrontano la vastità e l’anonimato delle pianure, ma lo fanno con gli approcci personali e distinti degli otto autori.

Le fotografie di “Skonfini” e “Intemperi” catturano la poetica delle Pianure, con la loro maestosa tranquillità, la luce peculiare, l’orizzonte a perdita d’occhio sparutamente interrotto dall’intervento umano. Le immagini evocano una sensazione di spazio senza fine, in cui l’orizzonte sembra sfumare nell’eternità. Gli autori hanno saputo cogliere la bellezza di una regione spesso data per scontata, insospettabilmente selvaggia, trasmettendo una sensazione di nostalgia per un paesaggio che sta lentamente cambiando a causa dell’urbanizzazione ed evidenziandone le vulnerabilità e la forza che contemporaneamente la vivono.

Unendo queste visioni, la mostra offre una prospettiva interessante sulla relazione tra l’uomo e il paesaggio. I fotografi mettono in evidenza la fragilità dell’ambiente e la necessità di preservarlo, e ci spinge a riflettere sulla nostra capacità di adattamento e resilienza.

In conclusione, la mostra collettiva tra “Skonfini” e “Intemperie” offre uno sguardo affascinante e complesso sulle pianure Padana e Pampiana, invitandoci a considerare come le differenze geografiche e culturali possano influenzare la nostra percezione del paesaggio e la nostra responsabilità nell’affrontare le sfide ambientali.

Emanuele Salvagno


Progetto Skonfini

Il progetto Skonfini nasce nel 2002 come osservatorio sul territorio dopo una serie di incontri con la direzione dell’allora nascente MAAAP, Museo Archeologico Ambientale delle Acque di Padova. Ogni fotografo ha sempre avuto la piena autonomia ed indipendenza
nei progetti individuali.
Il dialogo fotografico con il Projecto Intemperie inizia nel 2007 dopo alcuni incontri e lunghe conversazioni con L’Arch. Gustavo Frittegotto. Il progetto Skonfini si rivolge al territorio del Nord Est italiano non si rifà ai grandi spazzi pampeani per ovvi motivi (il nostro territorio, quello italiano, è morfologicamente differente da quello argentino).
Ogni fotografo lavora sulla base del territorio che è più congegnale in piena autonomia progettuale, creativa e sui suoi confini non solo fisici ma anche culturali e cioè: sui confini della pianura con il mare con la montagna, la sua storia e la sua alterazione da parte dell’uomo. L’approccio con i soggetti è distaccato, non spettacolare e non si vuol celebrare né la natura né i manufatti architettonici storici o moderni.
Le immagini sono private di ogni fronzolo artistico e ridotte a uno stato essenzialmente topografico evitando completamente gli aspetti di bellezza, emozione, opinione e non vuol essere un’operazione di riconciliazione con la geografia ma la ricerca di un silenzio adeguato interiore ed esteriore. Si prende atto di un innegabile degrado, non per giudicarlo, ma individuare la coerenza di una nuova verità ed imparare ad accettarla, nonostante tutto.
Il diffuso e radicale intervento dell’uomo obbliga a nuove visioni, a differenti punti di riferimento; una nuova cultura del paesaggio legata all’integrazione uomo/territorio rifugge qualsiasi idealistica narrazione
del dato naturale e rivela l’illusorietà di ogni tentativo di addomesticamento del nostro ambiente.
Lo spunto per questo nuovo progetto è stato preso dalla lettura del libro di Gianni Celati “Verso la foce”, un diario scritto dopo aver seguito a piedi il percorso del fiume Po in quattro differenti periodi.
Il leitmotiv si può riassumere con questa sua frase del libro:
“Viaggiando nelle campagne della Valle Padana è difficile non sentirsi stranieri: Più dell’inquinamento del Po, degli alberi malati, delle puzze industriali, dello stato d’abbandono in cui volge tutto quanto non ha a che fare con il profitto, e infine di un’ edilizia fatta per domiciliati intercambiabili senza patria e destinazione.”


Atahualpa Yupanqui, nei suoi concerti, era solito citare Don Ricardo Rojas per descri- vere
i paesaggi sonori dell’Argentina. Il mistero delle montagne, delle Ande, delle alte valli, il
mistero del fiume, della giungla e il mistero della grande pianura, la nostra pampa.
Paesaggi di vita sono persone che vivono e lavorano in città e villaggi situati nei misteri
della pianura, del fiume e della giungla. Essi, in condizioni e momenti diversi della loro vita,
hanno preso la fotografia come mezzo per descrivere le loro storie, dove il paesaggio è
sempre presente. È anche un viaggio attraverso l’evoluzione del linguaggio fotografico, dalle
immagini analogiche con macchine a foro stenopeico che ci riportano agli albori della
fotografia alla fotografia digitale con tutte le possibilità che questa tecnologia ci offre.
Opere di produzione lenta, silenziosa e riflessiva, lontane dagli spazi di consacra- zione:
sempre contro le mode del momento.
Proyecto Intemperie ci accompagna proprio dentro la pianura, spalancandoci panorami
amplissimi e coinvolgendoci in racconti e aneddoti che intrecciano le vite di uomini e
paesaggi. Questo collettivo di artisti riflette sul rapporto dell’uomo con la llanura pampeana
argentina, attraverso le arti la fotografia, il teatro, l’architettura, la musica, il video, la poesia
e anche la filosofia. Gli artisti narrano di corpi esposti alla potenza delle intemperie, in una
pianura imprevedibile e stupenda, corpi che non solo attraversano, ma abitano quel
paesaggio, instaurano relazioni e costruiscono la Storia. Sono racconti che oltrepassano
geografie e tempi specifici, che accomunano le immense distese pampeane e patagoniche
con i luoghi della Pianura padana, per diventare relazioni, connessioni.


Sede: via Giorgione, 24 – 35020 Albignasego (Padova)

Quando: Venerdì 13/10/23 dalle 18:30

Per ulteriori info sull’evento, contatta Emanuele al +39 328 6856621 oppure via mail info@spaziocartabianca.it


L’evento si terrà nel rispetto delle normative vigenti in termini di contenimento del virus Covid-19.